Liste d’attesa, le politiche regionali favoriscono i privati
La decisione di Regione Lombardia di stanziare ulteriori 10 milioni di euro a favore delle strutture private accreditate per ridurre le liste d’attesa conferma, ancora una volta, ciò che come FIALS Lombardia denunciamo da tempo: il sistema sanitario pubblico regionale è al limite delle proprie capacità e viene sistematicamente indebolito da politiche che favoriscono il privato.
Gli Ospedali pubblici lombardi vivono una condizione drammatica: carenza cronica di personale e impossibilità a compensare il turnover, condizioni di lavoro gravose che spingono professionisti a lasciare il servizio pubblico. A questo si aggiungono cantieri aperti e tecnologie in fase di installazione, che riducono ulteriormente le capacità di erogare prestazioni. In questo quadro, delegare sempre più al privato diventa una toppa, non una soluzione strutturale, e contribuisce ad aggravare le disparità di accesso alle cure. I cittadini lombardi non possono essere costretti a scegliere tra i tempi infiniti nel pubblico e il pagamento di prestazioni private.
La nostra posizione non è solo una esternazione critica, ma anche propositiva. Chiediamo che la Regione Lombardia avvii finalmente un piano straordinari per:
- Rafforzare il personale sanitario che, oltre a nuove assunzioni stabili, si attivi con politiche di welfare concrete, valorizzazione economica delle professionalità già presenti e quindi un’attrattività che si possa riscontrare realmente;
- Investire seriamente nel pubblico, destinando risorse non a convenzioni estemporanee ma al potenziamento strutturale degli ospedali e dei servizi territoriali;
- Riorganizzare e agende e i CUP in modo integrato, con un sistema di prenotazione trasparente ed efficiente che permetta di ottimizzare le risorse esistenti;
- Valorizzare la prevenzione e la medicina di prossimità, per ridurre la pressione sugli ospedali.
Per FIALS Lombardia la vera sfida non è continuare a finanziare il privato, ma restituire centralità e forza alla sanità pubblica, che resta l’unica garanzia di universalità, equità e qualità per tutti i cittadini.
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